Memorie di una quarantena

Memorie di una quarantena

Giorno 1 

Sembra domenica.

È venerdì 07 gennaio del 2022,l’anno è iniziato meravigliosamente,devo dire.

Non ho ancora capito di avere il covid, e certamente è meglio cosí.

Il cellulare trilla di continuo,è un bene ho un sacco da fare.

Approfitto,magari metto le tende nuove.

Le abbiamo prese circa 2 mesi fa,ma non abbiamo ancora avuto tempo per appenderle,ecco.

Mi sembra il giusto modo per non pensare che dovrò rimanere in casa per un numero indefinito di giorni che ad oggi,non potrei contare.

In effetti questa occasione è ottima per dedicare un pó di tempo a me stessa,sì certo come no, non lo faró neanche in questo caso,lo sappiamo bene no?

Allora completo il podcast al quale sto lavorando,e programmo il lavoro per la settimana,sará lunga.

In studio si sentirà che non ci sono.

Dico sempre di sentire la mia vita come se fosse in un frullatore,ebbene è vero.

Ma sono certa che non potrei farne a meno.

Sono solo 24h che ho avuto il referto, e continuo a chiedermi: “come è potuto accadere?”

La televisione ciarla,e mi sembra di sentire :” per via aree,si trasmette.”

Ah beh allora,sará andata cosí.

Comunque ho un sacco di cose da fare,meglio che mi muova,Ah no, ho il covid, forse è meglio che mi fermi a pensare..

E a che?

A me che ceco di scappare da due anni,e al Covid che mi ha raggiunta,alla fine?

Giorno 2

È sabato 08 gennaio 2022.

Panico e incomprensioni.

Gesti,tanti.

Rumori,infiniti.

Io mi sento bene,non fatico a respirare.

Dormo poco però, siamo solo al secondo giorno.

Ho avvisato le poche persone che ho visto?

Sí,l’ho fatto.

“Ma come è potuto accadere?”

Quante volte ancora me lo chiederó?

Come è strano questo virus,entra dentro,ti scava le debolezze e ti piazza dinanzi ad uno specchio rotto che ti scruta, è imperturbabile.

Allora mi rifugio nelle parole che affido alla me intellettuale,ma nulla mi sembra logico.

Giorno 3

È domenica 09 gennaio 2022.

Abbiamo cucinato la lasagna.

Sembra una domenica come le altre,ma di fatto,non lo è.

La notte è ormai per me parente stretta del giorno.

Il mio contapassi dice 900 passi,ma dove poi,intorno al tavolo?

Eppure se ci penso,mi sembra di non essermi mai fermata.

Corro veloce io, cosí veloce da ansimare.

Io no, oggi no.

Poche parole distinte nel frastuono di una tosse urlata e poi buttata fuori.

“Ho la febbre!”.

Allora la paura bussa piano.

Passerà, lo dicono anche alla televisione.

Lo dicono i numeri,i ricoveri,gli scienziati.

Lo dicono i vaccini,sí io sono una di quelle sfigate che con la terza dose fatta da meno di 120 giorni,che il covid lo ha contratto,senza sapere ne come ne dove.

È diventato il mio primo argomento di conversazione :” 10/7 giorni,tampone rapido o molecolare? Da quanti giorni sei in quarantena? Senti i sapori?”

Non mi sono mai resa conto, di quanto il covid sia parte della nostra quotidianità,che tu lo contragga o meno, nella tua scaletta mentale è “l’argomento bonus” nelle conversazioni scomode :” hai visto quanti contagi oggi?”

Giorno 4

È lunedì 10 gennaio 2022.

Rumori e parlato si odono dal cortile,che sembra cosí lontano.

È quel pezzo di vita racchiuso nella normalità di un momento.

Un momento finito in un tempo bloccato.

Come un fiore raccolto e negato al ramo materno.

Come le dita che non possono piú sfiorarsi.

E per quanto ancora!

Odore acre di candeggina,odore meschino del nemico.

La condensa dell”involucro bianco, mi confonde.

Ma gli occhi non mentono e il cuore sorride: ” che ne dici se ci mettiamo io da un lato e tu dall’ altro della cantina?”

E cosí il petto ricomincia a vibrare forte,e non abbracciarsi è cosí difficile,non accarezzare il volto e riscoprire la barba ispida che ti fa sorridere,tenerlo lí distante, ma cucito in testa,sempre.

E rientro cosí felice da quel tempo sospeso.

E tra un libro,un comunicato stampa,una chiamata di lavoro, il tempo corre veloce .

È già ora di cena.

La famiglia si riunisce alla tavola, nonostante tutto, si sorride e si trova anche il tempo di parlare di dell’elezione del presidente della Repubblica.

“La Cartabia non mi dispiacerebbe!” È la voce di mio fratello.

Giorno 5

È martedí 11 gennaio 2022.

Mi sto alzando abbastanza presto, nonostante tutto.

Sto cercando  di stare attenta anche di tenermi in forma, scelgo più accuratamente cosa mangiare avendo più tempo a disposizione.

Poi cammino un sacco.

Nella normalità non potrei farlo,in studio mica posso camminare?

Le mie giornate sono solitamente scandite da infinite pratiche da studiare,da call organizzative, da riunioni dirigenziali,conteggi e infinite chiamate.

Il mio tempo è scandito solo dalla pausa pranzo.

E dal week end.

Sto mantenendo il ritmo dello smartworking.

Non lo avrei mai detto,ma preferisco i miei ritmi forsennati.

Oggi ho cucinato  io però,per pranzo.

Giorno 6

È mercoledì 12 gennaio 2022.

E comincia ad essere uguale a martedì.

Ma mi alzo,mi doccio e mi metto alla mia postazione, accendo il tablet e inizia la mia insolita giornata lavorativa.

 

Dopo il sesto giorno

È giá dal sesto giorno che sento una voglia irrefrenabile di fare cose.

Avevo iniziato a pensare che avesse vinto lui,ed invece in me è cresciuta solo la voglia di riprendere la mia vita. Al più presto.

Ho sentito di aver ospitato  e di star ospitando,dentro me un personaggio indesiderato sí senza dubbio,ma furbo.

Furbo di quella furbizia macabra, ha scelto le sue vittime con estrema accuratezza.

Un’accuratezza che io stessa non sarei in grado di descrivere.

È una malattia non comune, anche se in forma meno grave, ti attanaglia, ti pietrifica e non ti lascia il tempo di pensare lucidamente.

Sí, perché se solo noi riuscissimo ad essere lucidi sapremmo bene quali sono  i nostri sintomi.

Talvolta invece vittime di frustrazioni ed impotenza effettiva dinanzi ad un disastro sanitario di questa portata, non percepiamo i sapori.

E corriamo in famarcia, perché le Asl non ti prendono neanche in considerazione,o in una clinica privata, lo facciamo pure il 16esimo tampone della settimana “per stare sicuri” ci diciamo,per poi mordere un cioccolatino ed esclamare “che buono!” Cazzo ma allora i sapori li sento.

Tampone negativo.

Ed è stato così per tipo due anni.

E oggi che ci ripenso mi manca il respiro.

Eppure l’unica volta in cui non ci avevo minimamente pensato,è capitato.

Con una velocità disarmante.

L’ho capito praticamente dopo una settimana o giù di lí,che un giorno le nuove generazioni leggeranno di un’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo,e di quel mondo in quegli anni ho fatto parte anche io, chiusa in casa, perché rischiavo di infettare il prossimo.

Come quando leggi del vaiolo o della spagnola, e pensi “povera gente”.

Adesso farò parte anche io di un discorso del genere,in futuro.

La paura non esiste

Sul mio corpo ho perso il conto dei tatuaggi.

La parola più ricorrente è “fear”, significa paura.

Me la sono tatuata sia in francese che in inglese.

Ho imparato a non avere paura,o forse non ce l’ho mai avuta.

Nemmeno quando il mio quadro clinico mi suggeriva di averla, nell’ormai lontano 2019.

Ma una cosa mi fa tremare, la salute delle persone che amo.

Perdendo ho imparato a capire, che no queste cose non le posso controllare.

Il covid mi spaventa proprio per questo,io non voglio più perdere.

 

Giorno 9

È domenica 16 gennaio 2022.

Sono ancora in quarantena.

Farò il tampone di guarigione ed incroceró le dita.

Devo premere play al più presto,la pausa è durata troppo a lungo.

 

L’emergenza non è finita,non credete a chi vi dice che il Covid non esiste.

Restiamo umani e tendiamo la mano.

Noi questa cosa qui non la possiamo controllare,solo sopportare.