“L’EUROPA SARA’ ALL’ALTEZZA!”-LA CADUTA DI KABUL

“L’EUROPA SARA’ ALL’ALTEZZA!”-LA CADUTA DI KABUL

Draghi:accoglienza e sicurezza

“L’Europa sarà all’altezza”, lo assicura il presidente del Consiglio Mario Draghi che, in un’intervista al Tg1, ha spiegato di avere parlato in mattinata con la cancelliera Merkel «soprattutto delle operazioni di evacuazione dell’Aeroporto di Kabul», iniziando anche a «tratteggiare quelle che saranno le linee fondamentali della cooperazione a livello europeo». Cooperazione necessaria soprattutto «per affrontare due obiettivi: l’accoglienza e la sicurezza». Accoglienza non solo per «tutti coloro che ci hanno aiutato in Afghanistan e delle loro famiglie», ma anche «l’accoglienza di tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle libertà fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne». «Un piano complesso», lo ha definito Draghi. Dopo il ritiro delle forze alleate dall’ Afghanistan, «la prima cosa che bisogna fare è riflettere sull’ esperienza avvenuta». Una guerra iniziata dagli Usa dopo l’11 settembre, per questa ragione, sottolinea il presidente del Consiglio «il bilancio che noi traiamo non è un bilancio solo sulla guerra in Afghanistan, è il bilancio di questi ultimi venti anni e del ruolo che l’Occidente ha avuto in tutto il mondo arabo». Ma più che «discutere di bilanci», è necessario «tracciare il futuro: e il futuro per l’Italia è fatto di difesa dei diritti fondamentali, di difesa dei diritti delle donne, di protezione di tutti coloro che si sono esposti in questi anni nella difesa di questi diritti in Afghanistan. Questo – continua – deve essere perseguito in tutti i contesti possibili». Una «grande opera di collaborazione mondiale» che coinvolgerà anche «Cina, Russia, Arabia Saudita e Turchia». Stati membri del G20. «Quindi il G20 – conclude Draghi – offre naturalmente una sede dove poter avviare questa opera di collaborazione».

La mia analisi geopolitica

La mia analisi parte dalle parole impeccabili del Presidente Draghi al Corriere della Sera, su quanto consumatosi a Kabul nelle scorse ore e oggi,ancora oggi.

E’ chiaro che la mente torna al gennaio del 2019 quando si decise di ritirare le truppe dall’Afghanistan,così, con una decisione totalmente arbitraria dell’allora Ministro degli Esteri, come se lì le truppe italiane fossero in vacanza e non a cercare di scongiurare quello che a distanza di tempo, invece è avvenuto.

La mia è una considerazione geopolitica che l di là delle colpe di chi e di cosa, non possiamo ignorare.

L’ Afghanistan è uno Stato tribale,composto da innumerevoli gruppi etnici.

La maggior parte di essi sono a rischio a fronte dell’incursione talebana a maggioranza “Pashtun”.

Donne e bambini sono a rischio per il rastrellamento etnico, sono più in pericolo quelle donne che hanno collaborato o sono state “emancipate” da ong e organizzazioni occidentali, tanto è vero che si sta provvedendo a stilare una vera e propria lista di chi abbia collaborato con gli occidentali per perseguirli, motivazione per cui ong come Pangea che ha salvato e autonomizzato migliaia di donne afghane,stanno provvedendo ad far sparire la documentazione sensibile affinchè queste donne non siano facilmente reperibili dagli aguzzini talebani.

E’ chiaro che bisogna dire che dopo oltre 20 anni, l’esercito così detto“regolare” non è stato in grado di rispondere  e di tenere banco alle forze fanatiste che intanto, con subdola organizzazione, avanzavano sempre più.

Oggi, dopo la missione angloamericana,la missione ISAF (una missione della NATO, autorizzata dall’ONU, di supporto al governo dell’Afghanistan nella guerra contro i Talebani e al-Qaida dopo il rovesciamento dell’Emirato islamico dell’Afghanistan)delle UN, con il compito di sorvegliare la capitale Kabul e la vicina base aerea di Bagram da Talebani, elementi di al-Qāʿida ed eserciti mercenari, e in particolar modo proteggere il governo transitorio guidato da Hamid Karzai,e la presenza di forze straniere comprese quelle italiane, il Paese verte in uno stato rovinoso,peggio di prima.

Intanto Biden, che aveva ritirato poc’anzi le truppe dall’Afghanistan, protegge con coraggio la sua scelta, perchè ci vuole proprio un coraggio per proteggere una scelta dettata, precisamente da cosa?

Ha archiviato 20 anni d’esportazione di democrazia nel Paese:“Gli sviluppi della settimana confermano che la scelta di finire ora il coinvolgimento militare in Afghanistan era giusta – ha detto – Le truppe americane non dovrebbero morire in una guerra che le forze afghane non sono disposte a combattere“.

E’ vero che un paese difficile come l’Afghanistan non si presta con una certa facilità ad essere “salvato”, ma sottolineo con forza, che non si può prescindere dai migliaia di civili compresi donne e bambini che ora più che mai hanno bisogno che che l’Europa faccia sentire la propria voce.

Le conclusioni: i profughi, dove li mettiamo?

Intanto cresce di ora in ora l’emergenza immigrazione a riguardo,dove i mettiamo ? Li vogliamo? Non sono già troppi?

I primi rumors sono tanti e le prime voci sono nette:

l’Albania accoglierà ogni profugo afghano, l’Austria già si tira indietro confermando che li rispedirà al mittente, il Canada si apre ad un grande corridoio umanitario.

L’Italia, chiaramente, non si girerà dall’altra parte.