Alla ricerca dell’ Ospedale S. Alfonso Maria De’ Liguori

Alla ricerca dell’ Ospedale S. Alfonso Maria De’ Liguori

Il S. Alfonso, punto e a capo.

Sono giorni che si susseguono diverse e snervanti dichiarazioni sulla stampa.

Nel momento forse più importante ma al contempo delicato per la sanità pubblica, stiamo assistendo al solito scempio al Sud.

Nell’ entroterra del Sud.

Nomine nuove, dirigenze nuove, tanta fuffa poco succo.

Io sono stanca, lasciatemelo dire.

Lo dico prima qui, nel mio spazio, quello personale, e poi lo dirò in altre sedi come coordinatrice territoriale di partito.

 

Le nomine

E’ evidente che nulla cambierà.

L’arrivo di Maria Morgante al posto di Mario Ferrante, è solo uno scambio di pedoni sulla scacchiera.

E lo sappiamo e lo sanno tutti.

Lo sa l’onorevole Maglione, lo sa il Consigliere Abbate, lo  sanno le parti sociali impegnate in questa battaglia, e ancor più lo sa bene l’amministrazione comunale di Sant’Agata dei Goti, perchè bisogna ricordare che questo benedetto nosocomio insiste sul NOSTRO territorio, quindi è prima una NOSTRA priorità, poi una priorità altrui.

E’ chiaro che chiunque stia ballando questa danza dell’impiccato, non possa smettere di ballare proprio ora.

Ma è bene che in parti uguali si dividano le responsabilità di questo scempio, se di responsabilità si può parlare.

Il Presidente ha firmato un decreto che oggi dice essere una scemenza, come ricordava il Movimento Civico.

Ma nessuno osa contrapporvisi, nessuno.

Perchè in realtà chi conosce la cronologia degli eventi sa che ci abbiamo provato in ogni sede e modo, noi dal territorio, a spiegare, a parlare, a incontrare, noi dal territorio che poco però possiamo fare e allo stesso tempo pretendere.

Non starete mica credendo che davvero abbiamo reale voce in capitolo?

Non ce l’abbiamo, amaramente devo rassegnarmi a questa realtà.

Ce l’abbiamo solo nel momento in cui chi ci rappresenta alza la voce.

 

Chi ci rappresenta?

Ebbene, questo argomento è un pò più delicato.

Perchè ridurre i miei pensieri a “polemiche da bar” mi ha anche scocciato, ma nel caso di specie non posso fare a meno di sottolineare l’atteggiamento passivo/aggressivo delle nostre istituzioni cittadine.

Passivo / aggressivo perchè?

Ve lo spiego in poche parole:

“Se in passato non ci fosse stato un atteggiamento di sfida oggi non avremmo questi problemi con l’ospedale.”

Questo è passivo/aggressivo.

Senza scomporsi, senza prendere evidentemente posizione, ma puntando e colpendo un obiettivo, con stile, direbbero loro.

 

Le volontà politiche

E’ diventato snervante  e stancante nonchè inutile, chiamare la stampa e raccontare loro le azioni intraprese, dal 2020:

Credetemi quando vi dico che nessuno più di me dovrebbe avere motivo di stremare i lettori con le azioni che abbiamo promosso e con l’opinione che abbiamo indirizzato, perchè sapete la compagine riformista che rappresento sul territorio, rimane sola, perchè è difficile venire fuori in un territorio che ha visto negli anni il radicamento dei mastelliani da un lato, e dei democratici dall’altro.

Compagini che rispetto, amici con comunione di intenti, ma diverse da me, da noi.

 

Allora posso dire a chiare lettere che la mia, la nostra volontà politica è tangibile, forse non troppo visibile agli occhi di chi fa finta di non vedere, agli occhi di chi chiama più in alto per farmi tacere, spesso, ripetutamente.

“Saggi della politica” mi piace definirli, sono quelli lì che ormai non hanno più colore politico, sono quelli che si attaccano ad una poltrona e lasciano il paese in mano alle persone più inadeguate di sempre, pur di  non scollarsi da dove stanno seduti, comodi ed intoccabili.

Perchè in cuor loro sanno di non avere più la credibilità di un tempo.

Sono così saggi che gli è bastato sentire la voce alta dei dirigenti sanitari per irrigidirsi e tacere.

Perchè le parti sociali che evidenziano il problema di volontà politica hanno ragione, ragione da vendere.

E allora cosa fare?

Le soluzioni

C’è stata iniziativa in tal senso.

Le parti sociali, anzi no, LA parte sociale ha cercato di formare un gruppo operativo che lavori al problema.

Dapprima scetticamente mi dissi combattuta perchè penso sia inutile e tutt’oggi  lo credo, poco utile perchè privo di ogni  valore istituzionale, siccome non c’è traccia dei nostri amministratori a riguardo.

Ma nonostante gli scetticismi, non voglio dovermi mai pentire di non aver dato il mio piccolo contributo.

Ma analizziamo un attimo le possibilità plausibili:

  1. Casa di comunità senza uno straccio di Pronto soccorso;
  2. Dca 41/2019 fantasma;
  3. Soluzione alternativa per il funzionamento della struttura che non sperperi i soldi pubblici utilizzati per realizzarla.

Quale potrebbe essere un’alternativa che soddisfi l’ampio raggio del S. Alfonso?

Una struttura che conservi il pronto soccorso e si occupi nello specifico di qualche patologia, per esempio, ma non “il cugino scemo del  polo oncologico pezzotto” che c’è adesso, giusto per la cronaca.

Quello è certamente un servizio da lasciare che si sviluppi, ma non può essere IL motivo di vanto di un ospedale fantasma.

Al tempo mi piacque pensare di potenziare i servizi del DCA di Soccavo, un centro che si occupa dei disturbi comportamentali legali al cibo e all’alimentazione, che nel 2020 si vide depotenziato,€300 mila per un potenziamento che non avvenne mai.

Il centro stava per diventare semiresidenziale, ma la cosa non avvenne mai.

Un centro così potrebbe far fronte ad un’emergenza sempre maggiore, legata ai disturbi alimentari nei più giovani, ma al contempo, potrebbe assicurare a tutto il nostro territorio un’assistenza emergenziale, quindi  ci assicurerebbe il pronto soccorso che è necessario e dal quale non possiamo prescindere.

 

Questa è solo una delle soluzioni che mi viene in mente, di cui non conosco la fattibilità, sia chiaro.

Del resto lo sappiamo già che ci abbufferemo di comunicati stampa, senza “cavare un ragno dal buco”.

Tanto vale azionare i neuroni da subito.

 

La verità è che quando vi accorgete della recita, i sipari li dovreste chiudere voi.

Dovreste chiedere a chi vi rappresenta di metter via la maschera e palesarsi.

 

Palesare la propria volontà politica di risolvere il problema di non avere un cazzo di ospedale dove andare a morire in caso di infarto;

Il problema di non avere un cazzo di ospedale dove poter assistere un proprio caro e doverlo sbarcare a km di distanza.

Insomma ce l’abbiamo un’opinione, oltre  a quella di dire sempre  di sì al Supremo, a riguardo?

Se non abbiamo un’opinione, potremmo avere una soluzione da proporre, istituzionalmente parlando? Insomma dica qualcosa!

 

 

 

Ma poi pensandoci bene.. che volontà politica vuole palesare Lei, sindaco, che non sa nemmeno come ci è finito con quella fascia tricolore addosso?