La caduta di Draghi: dall’Italia passando per Sant’Agata De’ Goti, dove gli irresponsabili siedono nei banchi della maggioranza

La caduta di Draghi: dall’Italia passando per Sant’Agata De’ Goti, dove gli irresponsabili siedono nei banchi della maggioranza

La caduta di Draghi, che fa felice i radical chic di  estrema sinistra.

 

Ne viene da se che questo è il momento storico meno adatto per rimanere senza un governo.

Ma non ci dovrebbe essere bisogno di ricordarlo.

Guerra in Ucraina, con la conseguente problematica dovuta al gas che noi prendevamo unicamente dalla potenza russa;

caro carburanti;

caro utenze;

emergenza climatica, stiamo vivendo una delle peggiori estati degli ultimi anni con il problema siccità che questo anno ha visto convergere il mare nel Po per oltre 30 km;

caro beni di prima necessità, si dice che un kg di pane arriverà a  costare anche 4.00 euro  nel giro di qualche mese se non giorno;

emergenza lavoro, rimasta completamente invariata e per certi versi peggiorata, nonostante misure adottate quale il reddito di cittadinanza che doveva servire a far rientrare seppur minimamente l’emergenza disoccupazione;

i contagi da covid che questa estate non sono mai minimamente arretrati.

Ne ho citato solo alcuni tra i più importanti che si abbattono su ogni famiglia italiana, di qualsiasi ceto o classe sociale, gravando maggiormente su chi ha una situazione patrimoniale svantaggiata, ma anche normale.

Ma ciò nonostante la destra, che si è venduta al populismo, lasciando da parte il governismo con il quale aveva sottoscritto l’Unione Nazionale per risanare l’Italia, ha deciso che era il momento di mandare gli italiani a votare.

E’ inutile che vi dica quanto sarà difficile questa campagna elettorale per il centro sinistra e per il centro, perchè questo certamente lo sapete già, ma è importante però sottolineare che si dovrà puntare al “governo dei migliori” auspicando di riportare Mario Draghi in Parlamento, quanto prima, con la sua agenda.

L’AGENDA DRAGHI

Il completamento del Pnrr, la riforma del codice degli appalti e della concorrenza, quella del fisco, il piano per fronteggiare l’emergenza energia, il sostegno all’Ucraina. E ancora il superbonus, il reddito di cittadinanza  da sistemare e il salario minimo da discutere.

Entro la fine dell’anno – ha ricordato Draghi la scorsa settimana al Parlamento – vanno raggiunti 55 obiettivi per ottenere una rata di 19 miliardi di euro.

Resta sul tavolo la riforma del codice degli appalti e della concorrenza (con l’apertura al mercato dei servizi pubblici locali, delle concessioni balneari, dei taxi).

Sulla riforma della giustizia tributaria, del fisco e della riscossione, l’agenda prevede il superamento dell’Irap, la razionalizzazione dell’Iva, la riduzione delle aliquote Irpef per i redditi meno alti.

Corposo anche il dossier per contenere l’aumento del costo dell’energia e sostenere i redditi più bassi.

Tra i punti del programma c’è poi la modifica del reddito di cittadinanza che deve mirare a contrastare gli effetti negativi sul mercato del lavoro.

Sul fronte energetico Draghi ha insistito sulla necessità che l’Italia continui a diversificare i fornitori e spingere sulle rinnovabili.

Ultimare il rigassificatore di Piombino entro primavera, ha scandito poco prima di confermare le dimissioni, “è una questione di sicurezza nazionale”, mentre entro il 2030 andranno costruiti gli impianti per le rinnovabili.

‘Cerchiate in rosso’ sono le discussioni per ottenere il tetto al prezzo del gas e la riforma del mercato elettrico.

E’ evidente che una programmazione del genere, vada avallata.

E invece no.

Il Movimento 5 stelle non voleva il termovalorizzatore di Roma e non ha votato il Dl Aiuti, Forza Italia non voleva più i 5 Stelle nella seconda chiamata, e non ha votato la fiducia, la Lega  non voleva più… non si è capito cosa, e non ha votato la fiducia.

Un manicomio!

Un’irresponsabilità mai vista.

DALL’ ITALIA A SANT’AGATA DE’ GOTI

Intanto a Sant’Agata dei Goti, si blocca nuovamente la riconversione del S. Alfonso Maria De’ Liguori, in attesa di riconvertire il nosocomio in Casa della Salute sotto e Ospedale di Comunità sopra e già detta così, fa ridere.

Con un governo al palo diverse sono le riforme che subiscono uno stop, una tra tante è quella per l’attuazione del Dm 77 dove manca all’appello un tassello decisivo per far decollare la misura: la riforma dei medici di famiglia, senza la quale l’intero progetto rischia di franare prima d’iniziare il suo percorso.

Il Dm 77, lo ricordo per chi ha perso “le puntate precedenti”, è quello che regolamenta la riorganizzazione della medicina territoriale e quindi quello che prevede: case della salute, ospedali di comunità e cose varie.

Quindi mentre l’Italia va a rotoli, per mani politiche note, alcune delle quali stringono anche i rappresentanti amministrativi del nostro paese, mi chiedo in che modo intendiamo reagire, istituzionalmente, all’ennesimo stop, perché è di questo che si tratterà.

Nessun OSPEDALE, nessuna CASA DELLA SALUTE, nessun OSPEDALE DI COMUNITA’.

Oggi, niente.

Il sindaco è tanto efficiente  a difendersi sulle indennità.

Per quello che concerne  ARGOMENTI futili e PERSONALI, non lascia trascorrere nemmeno 24h per lanciare il comunicato stampa.

Ad una comunità che chiede DA ANNI ( almeno 2) un consiglio comunale monotematico e aperto sulla problematica ospedale, non ha mai dato uno straccio di risposta, zero.

Oggi più che mai la comunità, alla luce anche della crisi di governo, si sente persa, spaesata.

Non sa a chi credere.

E di chi fidarsi.

Non sa che farsene di un’amministrazione che governa, bene o male, a seconda del personalismo di turno.

Questa comunità non ha bisogno di qualcuno che usi il metodo dello “scarica barile” per giustificare un proprio fallimento.

Questa comunità ha bisogno di qualcuno che si prenda le responsabilità di ciò che decide, in bene e in male.

 

IL VERO BISOGNO

C’è bisogno di una classe politica che palesi da che parte sta.

Dalla parte di chi ha creato la crisi nella crisi, in Italia, dalla parte di chi tratta la sanità campana come l’argomento bonus delle conversazioni “spinte” o dalla parte della competenza, della responsabilità e del cittadino con OGNI sua esigenza?

Da che parte stai, Sindaco?

Manifesto Coordinamento cittadino “Sant’Agata Viva”