Filumena, il simbolo politico di una generazione che avanza e asseconda i cambiamenti

Filumena, il simbolo politico di una generazione che avanza e asseconda i cambiamenti

Questa Filumena, che lascia da parte la rabbia, è più simile a noi, oggi.

Ieri mi sono imbattuta in un film/spettacolo che mi ha davvero convinta, e  non avrei mai pensato lo facesse.

Eduardo per me rappresenta una cosa pura, inarrivabile ed intoccabile.

Nonostante ciò ho guardato ogni rivisitazione, trasposizione, riadattamento delle sue opere,  in tv ed a teatro, perché amo la contaminazione, se solo avesse almeno l’utilità di far conoscere opere di così grandezza alle giovani generazioni.

 

Filumena è anche teneramente dipendente

La Filumena di Vanessa Scalera, è nuova, convincente e commovente.

Sottolinea un aspetto fondamentale degli amori infiniti: la dipendenza affettiva, e perché no la tossicità della stessa.

Filumena è grata a vita  a Domenico Soriano, perché l’ha “salvata dalla malavita”, questo aspetto in questa versione, abilmente diretta da Francesco Amato, è tangibile.

E’ tangibile, forse, per la prima volta, nella storia delle rivisitazioni di questa opera magistrale di Eduardo.

E’ una donna forte, coraggiosa, che ha passato la sua vita a chiedere scusa, permesso e per favore, ma non per questo ha smesso di combattere per un bene supremo che è quello dei figli.

Quando racconta ai ragazzi di essere la madre, non è tragica, è rassegnata e critica verso se stessa, Filumena di Scalera, non si sta perdonando in quel momento, di aver scelto la vita della “malafemmina”.

E’ una donna che fisicamente, non si espone.. il passato forse l’ha segnata, e lo spettatore lo nota.

Quando i figli, si commuovono alla notizia di aver ritrovato la madre, lei non si muove, accenna un sorriso,  ma resta ferma lì, nella sua posizione.

Non fa una carezza, non da un abbraccio.. niente.

Resta lì inerme, quasi ad aspettare il compiersi del destino: guadagna tre figli, ma in cuor suo sta perdendo l’amore, perchè Domenico Soriano è l’amore della vita di Filumena, e n questo lei non potrà dimenticarlo, nemmeno quando sta per andare via.

Quando lascia Domenico a pensare a quale dei tre fosse figlio suo, quando se ne va di casa, e va ad abitare da uno dei figli, il suo tormento è visibile.

Domenico e Filumena

Sia Filumena che Domenico, sono due persone che  non hanno raggiunto alcuno scopo vero nella vita, hanno rincorso uno standard, ma adesso è tempo che si fermino a pensare.

Domenico è infantile. Rincorre la giovinezza, senza dar peso all’amore.

Filumena è stanca, ha fallito, i suoi figli non li ha cresciuti, ha rubato all’amante per permettere loro di vivere una vita dignitosa, ma non è riuscita a strappare il cognome “Soriano”, l’unico vero obiettivo: la stabilità e i privilegi di un cognome importante e altisonante.

 

Nemmeno per un attimo torno con la mente alle interpretazioni storiche di questo dramma tutto al femminile.

Perché il regista è bravo, delinea due personaggi completamente diversi.

Filumena non è arrabbiata come la Filumena di Regina Bianchi.

Ma non è nemmeno sferzante del pericolo, forte della sua bellezza sempre visibile e dell’amore dei figli ritrovati, come la Filumena di Sophia Loren.

Filumena di Scalera, è fragile, tenera e completamente dipendente dall’amore che prova per Domenico, allo stesso tempo, però determinata.

Domenico non è il “potestà ricco” di Eduardo.

Domenico non è lo scanzonato benestante di Marcello Mastroianni.

Domenico di Gallo, è innamorato, lo scoprirà solo più tardi però.

Nei suoi gesti, nelle sue reazioni si cela la timidezza di un uomo che in cuor suo sa che è tempo di smettere di correre dietro all’impossibile, la gioventù è ormai passata.

Il tema del perdono che si incastra con la dipendenza affettiva, è secondo me, la chiave vincente di questa trasposizione, nuova, molto rispondente alle relazioni di oggi. 

Ed è per questo che a questa versione di Amato con Vanessa Scalera e Massimiliano Gallo, do un 8,5 pienissimo.

Filumena è del 2022

A chi si sta chiedendo perché ho scritto questa recensione su un blog, quasi esclusivamente politico, rispondo volentieri.

Filumena è, a suo modo, uno dei personaggi più politici che io conosca.

Negli anni ho visto diverse trasposizioni anche teatrali di questa magistrale opera di Eduardo, e devo dire che la grandezza del personaggio sta proprio nel fatto che è può essere sempre e diversamente, testimonianza di lotta.

Lotta al classismo;

Lotta alla concezione del denaro visto come unica fonte di felicità;

Lotta per i diritti delle donne;

Lotta alla diversità come pericolo.

E proprio in questa ottica vi mostro, come questo personaggio magistralmente delineato e pensato da Eduardo, può essere anche il simbolo della diversità sessuale, con la stessa storia.

La lotta

Qualche anno fa ho avuto modo di vedere “Fuje Filumena” a teatro, con la regia di Peppe Fonzo.

Una roba meravigliosa.

Un lavoro di una delicatezza infinita.

Una prova attoriale dell’immenso e  bravissimo Luigi Credendino, che rimane nella mia testa, vivo, come se lo avessi visto ieri.

Questa Filumena è uguale a quella di Eduardo, cambia solo il sesso del personaggio.

Lei è un lui, che ama un altro Lui, Domenico.

Il dramma è più forte, è ancora più attuale.

Ma non per questo cambia, perché l’amore sa essere ugualmente complesso, che siano uomini o donne i suoi protagonisti.

 

 

Eduardo è stato il più grande genio di tutti i tempi, esattamente per questo.

Ogni suo personaggio è di oggi, è di ieri, ma anche di domani.